Sembra essere nata una nuova, quanto inaspettata, coppia nella telenovela della politica lucana, a pochi mesi dalle elezioni regionali. Ma che succede se la “strana coppia” ha come protagonisti il coordinatore regionale del M5S e l’ex governatore lucano, ex PD, che stringono un patto contro il cosiddetto “campo largo”, che a questo punto, sembra fare tanta paura, e non solo a destra? Succede che l’obiettivo a questo punto sembra essere proprio provocare la sconfitta della sinistra e del civismo. Ma succede anche che l’unione in questione appare quanto mai discutibile se, ce lo concederete, facciamo un passo indietro al luglio 2018, quando l’allora governatore Pittella, agli arresti domiciliari, veniva accusato dallo stesso Lomuti di “lasciare i lucani ostaggio di chi non solo ha accuse gravi da cui difendersi, ma si prende gioco anche della democrazia”.
Che il coordinatore del M5S fosse indeciso nel seguire l’onda del civismo e approdare nel “campo largo” a sostegno dell’unico nome finora condiviso di Angelo Chiorazzo, come invece ha fatto finora buona parte dei “suoi” 5 stelle lucani, si era capito, ma che addirittura tendesse la mano a colui che qualche anno fa intimava con tono inquisitorio di “dimettersi e liberare la Basilicata dalla sua ingombrante figura politica”, decidendo addirittura di stringerci un patto per le imminenti elezioni regionali, ci lascia di stucco. E neanche ci aspettavamo, sinceramente, che Pittella soffrisse della sindrome di Stoccolma, e che scendesse a stringere patti con i suoi celeberrimi “assassini” politici. Alla faccia della coerenza politica, ma soprattutto, alla faccia dei lucani.