In vista dell’appuntamento delle prossime elezioni regionali in Basilicata, la Rete degli Studenti Medi si mobilita con il percorso “Rimanere per Scelta” per dibattere sui grandi temi della nostra regione, coinvolgendo le studentesse e gli studenti lucani, ormai da troppo tempo inascoltati e messi ai margini, per stendere le priorità del mondo studentesco e rimetterle al centro del dibattito pubblico.
D’Onofrio: “Una grande campagna di ascolto e costruzione di una Basilicata nuova, dove rimanere possa essere una scelta di tanti e non di pochi coraggiosi o privilegiati”.
Nel concreto, raccogliendo gli spunti e le idee, si procederà alla stesura di un documento programmatico, che sarà proposto ai candidati dei vari partiti, per un confronto laico ed inclusivo che tenga dentro la dimensione studentesca.
Teresa D’Onofrio della Rete Studenti Basilicata dichiara: “Nel dibattito regionale a cui stiamo assistendo registriamo l’assenza di una dimensione programmatica e la mancanza di una visione dell’avvenire della nostra terra. Ancora di più questa assenza si fa pesante quando si considera il silenzio sulle esigenze di una generazione che ogni anno è costretta, per necessità e non per scelta, ad abbandonare la propria regione. Noi al contrario non possiamo restare a guardare e abbiamo intenzione di rimettere al centro del dibattito ciò che ci riguarda: il nostro futuro!”
“Come studenti e studentesse non riteniamo più possibile che l’istruzione Lucana sia sempre più precaria e marginale nelle priorità della nostra regione, è il momento che la politica prenda in mano in maniera concreta la situazione,garantendo realmente il diritto allo studio. – continua Antonio Masini – Vogliamo una scuola accessibile ai ragazzi, in cui i collegamenti pubblici siano garantiti e prioritari per una regione in cui le distanze fisiche diventano sempre più gravose, perché accompagnate da un completo disinteresse verso le richieste, che come se non bastassero son seguite dai prezzi inaccessibili di abbonamenti per gli inadeguati trasporti.”
Angela Bianco: “La grossa conseguenza che incombe ormai tradizionalmente sulla nostra generazione in Basilicata è quella dello spopolamento, un destino per noi prescritto. La mancanza di spazi, sinonimo di disillusione d’invisibilità, non porta ad altro che un grande e consistente malessere psicologico. Il 4% della popolazione soffre di disturbi psichiatrici gravi che necessitano fondamentalmente assistenza territoriale, ma i servizi presenti in regione non sono altro che depotenziati e riversano al momento in una assoluta inadeguatezza, aggravata dalla mancanza di personale e figure professionali,rispetto al reale bisogno del nostro territorio. La Basilicata fa da fanalino di coda nazionale per questioni come la spesa per la salute mentale che grava sui cittadini o ancora il garantire il diritto all’aborto, a coronare la critica situazione della sanità lucana.”
Enrico Vaccaro: “Il tema ambientale e della transizione è uno dei grandi assenti del dibattito. Dalla Val d’Agri a Melfi però la necessità di una guida pubblica del processo di riconversione industriale è forte e non può essere ignorata, altrimenti sarà una bomba sociale. Dobbiamo immaginare un piano industriale nuovo, sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale, che porti ad essere la Basilicata il centro di una rinascita di tutto il Mezzogiorno. La necessità di un lavoro nuovo e giusto che permetta a tutti noi di restare nei luoghi in cui siamo cresciuti è un’esigenza, una necessità, una battaglia da condurre collettivamente”.
D’Onofrio conclude: “Siamo stanchi di vedere i nostri coetanei partire; siamo stanchi di vedere i nostri paesi svuotarsi; siamo stanchi di crescere emigranti. Porteremo avanti, mossi da questa urgenza, una grande campagna di ascolto e costruzione di una Basilicata nuova, dove rimanere possa essere una scelta di tanti e non di pochi coraggiosi o privilegiati. Siamo all’ultimo giro di boa, dopo il quale ci resterà solo la possibilità di attendere che anche gli ultimi se ne vadano. La Politica non può permettersi che questo accada e gli studenti hanno il compito di ricordarglielo. Con la scrittura di questo documento decidiamo di far sentire ancora una volta la nostra voce nella costruzione di una Regione in cui lo sconforto e la solitudine di un destino precario e di emigrazione diventino scelta di restare.”