La Banca BPER, dopo la chiusura di tre sedi nel materano negli ultimi anni, ha deciso di spostare l’ultima direzione di area della Basilicata tra la Puglia e la Campania, senza che il governo regionale abbia battuto ciglio.
Prosegue così, inesorabile e nel completo silenzio della Giunta Bardi e del centrodestra regionale, la desertificazione bancaria in Basilicata, coincidente con altre problematiche sociali e occupazionali che non fanno altro che accrescere fenomeni come la scarsa attrattività economica e lo spopolamento.
È pur vero che contestare le scelte di gruppi bancari e imprenditoriali non è semplice, in quanto le loro scelte rispondono a logiche ancora oggi difficili da decifrare ma, al contempo, un governo regionale dotato di strumenti adeguati, quali l’amore per il proprio territorio e una ferrea volontà di difendere i risparmi dei propri corregionali, avrebbe dovuto agire con zelo e chiara volontà di opporsi all’ennesima perdita di servizi che sta avvenendo sul territorio.
La Banca BPER deve molto alla Basilicata, in quanto in passato ha rilevato rete e clientela dell’ex Banca Popolare del Materano e poi del Mezzogiorno. Oggi, invece, hanno deciso di chiudere e spostare l’ultimo presidio decisionale fuori dalla nostra regione.
Tra l’altro, come fanno notare le sigle sindacali, la riorganizzazione delle aree operata dalla banca emiliana non ha alcuna giustificazione di tipo geografica ed economica. E gli extraprofitti conseguiti nell’anno appena terminato derivano, in parte, anche da attività concluse nella nostra regione, sul nostro territorio.
Lo spostamento, avvenuto nel corso del tempo, di uffici e direzioni in Campania e in Puglia non rende merito alla Basilicata, la quale si trova a dover subire, anche per la cronica assenza di una classe dirigente adeguata, in grado di prendere decisioni chiare e incontrovertibili, l’ennesimo smacco e l’ennesima privazione di un servizio fondamentale quale la presenza di filiali di banche.
Una banca non è soltanto un semplice e mero istituto di raccolta del credito ma è anche un presidio sociale di legalità, in grado di produrre effetti sulla crescita e lo sviluppo del territorio.
Il continuo e progressivo smantellamento delle filiali e lo spostamento degli uffici e delle direzioni in altre regioni non fanno altro che agevolare la miriade di problemi che attanagliano il tessuto sociale del territorio, soprattutto quello delle famiglie e delle piccole imprese, con effetti negativi in quei piccoli centri dove la presenza di una banca è fondamentale.
L’immobilismo del governo regionale di centrodestra non aiuta, anzi peggiora la situazione. È quanto mai necessario, a questo punto, un intervento in grado di opporsi con fermezza all’ennesimo tentativo di desertificazione bancaria in atto in Basilicata, una regione che, urge ricordarlo, il 45% dei comuni – corrispondenti a 72mila abitanti – non ha uno sportello bancario mentre il 29% ne possiede soltanto uno.
Appare chiaro che l’istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria è una soluzione che non si può più rimandare. Questo, assieme al confronto e al dialogo con tutte le parti sociali coinvolte in questa gravissima situazione. Un’azione politica forte è fondamentale per il bene della Basilicata e dei risparmiatori lucani, i quali hanno bisogno di una classe dirigente che sia in grado di difendere l’interesse collettivo