La Basilicata è una regione in declino.
Lo dice l’ISTAT in una recente indagine. Dopo i dati impietosi delle scorse settimane sull’assistenza sanitaria, l’assenza di strade e ferrovie all’altezza, l’arretratezza del nostro sistema idrico.
L’Istituto Nazionale di Statistica ha infatti certificato che la nostra regione ha l’indice di nuovi nati più basso d’Italia, il più alto indice di riduzione degli abitanti e un’aspettativa di vita inferiore al resto d’Italia.
Siamo rimasti in soli 533mila persone a vivere qui, inclusi i nuovi cittadini provenienti da altre parti del mondo. Insomma: in Basilicata non si nasce e dalla Basilicata si va via, perché in Basilicata si vive male.
Questi numeri inoltre innescano una spirale al ribasso sui trasferimenti finanziari dallo Stato alla Regione, a partire dalla sanità.
Serve un piano straordinario per il lavoro, che contenga anche un approfondimento sul rimboschimento e la forestazione, con i quali poter offrire nuove assunzioni e rendere la nostra regione all’avanguardia nazionale sulla sostenibilità ambientale.
Investire sulle infrastrutture, per ridurre l’isolamento di chi vive nei comuni più periferici, favorendo la crescita economica e l’offerta di servizi.
Agevolazioni fiscali per chi investirà in innovazione, ambiente e nuove tecnologie.
Queste le strategie da mettere in campo far sì che i giovani non debbano fuggire e che possano avere le condizioni migliori per costruire il loro futuro.