Enza Barbaro, presidente dall’Associazione Cuochi Italiani, è stata chiamata dalla Cisl, in occasione della Giornata internazionale della donna, quale testimonial delle «Donne nella tradizione e nei saperi per una cultura di pace».
Lo scorso novembre, in occasione della ottava settimana della cucina italiana nel mondo, ha lanciato da Palazzo Italia, a Bucarest, un messaggio di pace ideando una torta con le bandiere israeliana e palestinese. La “Torta della Pace” – ha spiegato Barbaro – che è l’insieme della classica ed antica Torta Ebraica molto saporita e profumata, priva di farina, burro e latte, combinata e decorata con i dolci Chebakia che dal 1610 arrivano con Musulmani ed Ebrei in Nord Africa, poiché allontanati dall’Andalusia e approdati in Nord Africa, sin da allora sono il dolce della loro unione e pace.
Al centro la stella di Davide e la bandiera della Palestina. Due cordicelle in pasta di mandorla sono intrecciate alla base del dolce a ulteriore sigillo della pace. La torta della pace, attraverso l’unione dei prodotti tradizionali di due popoli, nella forma nei colori intensi dell’azzurro mare-cielo e nelle espressioni è un messaggio per favorire la cultura della convivenza dei popoli nella pace. Sapori e colori in grado di illuminare le coscienze dei popoli a partire da piccoli gesti e dalla convivialità del mangiare insieme.
Ci sono tra gli islamici e gli ebrei cibi “leciti” e cibi “proibiti” ma “c’è più gusto con la pace”. Sembra un paradosso, ma nonostante la figura femminile sia legata nella tradizione popolare (almeno quella italiana) alla gestione della cucina, sono stati gli uomini a conquistare un ruolo di prim’ordine della gastronomia mondiale. Se si guardano infatti le classifiche internazionali più prestigiose, il verdetto sembra impietoso: su oltre 3.300 chef stellati di 28 Paesi del mondo, ci sono solamente 169 donne.
In Italia sono 41, il che fa di noi il Paese più virtuoso nella parità di genere culinaria. Per Barbaro, la Donna Chef e’ lo scrigno delle esperienze, l’anfora dei segreti ereditati dalla mamma e tramandati dalle Nonne, in una societa’ che nell’unione delle famiglie dovra’ porre in valore ”la conoscenza”, riscoprendo le tradizioni.
Dunque da qui comincia un percorso che piu’ di una scommessa e’ gia’ una realta’, una certezza tangibile ,grazie alla vicinanza da molti anni ,della Presidente a chef sia donne che uomini , adulti oppure giovani, adolescenti e bimbi,in quel percorso intrapreso dall’Associazione Cuochi Italiani, nel diffondere l’educazione alimentare che, nasce e cresce come un’esigenza sin dai primi giorni di esistenza
”Donna Chef” diventa alla pari degli chef, all’interno dell’Associazione Cuochi Italiani, sul territorio Europeo, un nome che unisce le professioniste, le dilettanti, le allieve e perche’ no, le maestre nonne, alla pari degli chef al maschile.