Alle foto di Mimì Notarangelo del 1964 si aggiungono quelle di Antonio Notarangelo e di Geo Coretti del 2004 sul set di “The Passion of the Christ” di Mel Gibson.
Due film diversi. Due film che appartengono a Matera. Due film che hanno influito sulla storia di questa città”.
Emozionante, suggestiva, semplicemente unica. Inaugurata nel pomeriggio nelle sale nobili di Palazzo Malvinni Malvezzi in Piazza Duomo 14 a Matera la mostra fotografica “La Passione di Matera – Pasolini 1964 Gibson 2004”, organizzata dall’Associazione culturale Pier Paolo Pasolini Matera e curata da Peppe Notarangelo.
La mostra, che ha ricevuto il patrocinio della Provincia di Matera e della Lucana Film Commission, celebra i 60 anni del film “Il Vangelo secondo Matteo” attraverso le fotografie di Domenico “Mimì” Notarangelo insieme ai 20 anni di “The Passion of the Christ” con le immagini che Antonio, il figlio di Mimì, insieme a Geo Coretti, colsero 40 anni dopo. Due straordinari capitoli di cinematografia che videro prima con Pier Paolo Pasolini e poi con Mel Gibson, la città di Matera assoluta protagonista.
Al vernissage hanno partecipato i figli di Domenico Mimì Notarangelo, Peppe, Antonio e Mario, Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina e Tricarico, la Presidente della Lucana Film Commission, Margherita Gina Romaniello.
Stefania De Toma ha presentato l’evento e ha raccontato in un breve, intenso ed emozionante monologo, l’incontro e il rapporto tra Pier Paolo e Mimì “sotto quel sole ferocemente antico”.
La mostra si concluderà sabato 18 gennaio 2025 con il convegno “Matera da Pasolini a Gibson. Scenario e Cinema”, presieduto da Roberto Chiesi, direttore del Centro studi – Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna.
Le parole di Peppe Notarangelo, presidente dell’associazione culturale Pier Paolo Pasolini Matera:
“Pasolini è vivo. Con queste parole Aldo Cazzullo ha chiuso la puntata del suo programma “Una giornata particolare” dove racconta l’ultimo giorno di vita del poeta Pier Paolo prima di finire massacrato all’Idroscalo di Ostia.
Pasolini è vivo davvero.
Vivo nello studio di decine di migliaia di studenti che nelle Università di tutto il mondo esplorano l’universo letterario e umano di uno dei più grandi artisti che l’umanità abbia generato.
Vivo nelle visioni cinematografiche che ha saputo esprimere per scandalizzare le coscienze che andavano omologandosi, schiave del colonialismo culturale capitalistico, che mercificava, allora come oggi, le menti e i corpi.
Vivo nella spietata critica politica e sociale, forte della sua lucida analisi della storia.
Vivo in tutti gli episodi in cui si parla di lui e con lui. In tutti i convegni, i libri, la cinematografia, le canzoni, il teatro, l’arte che lo vedono protagonista, vivo.
Noi di Matera abbiamo una storia bella e importante da raccontare, anzi da continuare a raccontare. La storia di quando Pasolini girò qui il suo film su Gesù.
La raccontiamo con le fotografie che Domenico Notarangelo scattò durante i giorni passati sul set, nei panni del centurione che Pier Paolo gli chiese di vestire.
Lo raccontiamo da vent’anni questa storia, in decine di città in Italia e all’estero.
In questo momento la mostra è esposta all’Istituto di cultura italiana a Parigi e contemporaneamente presso “La collina di Pasolini” a Ruvo di Puglia.
È in procinto di essere esposta in molti Istituti culturali italiani a partire da Helsinki, Buenos Aires e New York, nel Palazzo dei Papi di Viterbo e ad Assisi, nei luoghi della Procivitate Cristiana dove il film fu concepito.