Grande successo per la Turandot di G. Puccini nel Parco del Castello Tramontano di Matera, portata in scena dalla Camerata delle Arti.
Un omaggio al grande operista italiano del quale si ricorda il centenario della sua morte.
La regia dello spettacolo è stata affidata a Katia Ricciarelli, che nel seminario musicologico ha condiviso con il pubblico aneddoti ed emozioni legate alle sue magistrali ed indimenticate interpretazioni nei più grandi teatri del mondo.
Prima dell’inizio dell’opera il giornalista Filippo Olivieri ha chiesto al pubblico di osservare un minuto di silenzio in memoria di Nicola Lasalata e Giuseppe Martino, i due Vigili del fuoco di Matera che hanno perso la vita a Nova Siri durante le operazioni di spegnimento di un incendio in un bosco vicino al paese.
L’opera “Turandot” è stata eseguita dall’Orchestra 131 della Basilicata diretta da Francesco Zingariello e dal Coro Opera Festival diretto da Giuseppe Maiorano. Il cast è statp composto da Alisa Katroshi, Turandot; Francesco Armeno, Altoum; Davide Ruberti, Timur; Valery Georgiev, Calaf; Donatella De Luca, Liù; Alberto Zanetti, Ping; Fernando Suglia, Pang; Ma Ke, Pong; Luciano Matarazzo, Mandarino.
“La produzione di Turandot – ha spiegato Francesco Zingariello, Direttore Artistico della Camerata delle Arti – rappresenta l’evento musicale più atteso della nostra stagione concertistica. Un’opera straordinaria, ospitata in una location naturale di grande suggestione che conferma Matera come palcoscenico ideale per allestimenti operistici all’aperto, il tutto arricchito dalla presenza di Katia Ricciarelli in qualità di regista, pronta ad offrire ai giovani cantanti che compongono il cast la sua inarrivabile esperienza, che l’ha portata ad essere una delle “Liù” più celebri della storia del teatro. Ecco perché questa produzione di “Turandot” ha un valore particolare nella nostra stagione artistica, che si conferma anche un laboratorio internazionale per giovani studenti stranieri che vogliono vivere da protagonisti la tradizione lirica italiana”.
Turandot fu l’ultima opera scritta da Giacomo Puccini e rimase incompiuta a causa della sua morte. Fu rappresentata al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 diretta da Arturo Toscanini che, interruppe la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (allamorte di Liù), ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, e – secondo alcune testimonianze – si rivolse al pubblico con queste parole: «Qui termina la rappresentazione, perché a questo punto il Maestro è morto». Le sere seguenti l’opera fu messa in scena con il finale rivisto da Franco Alfano.
“Anche noi – ha ricordato Francesco Zingariello – questa sera abbiamo fatto la stessa scelta. Ci siamo fermati a metà del terzo atto, perché a questo punto il Maestro Puccini è morto”.