Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una costante migrazione di giovani talenti dalla nostra regione verso altre destinazioni, in cerca di opportunità professionali e di realizzazione personale che spesso sembrano irraggiungibili nel nostro contesto locale.
Questa emorragia di giovani rappresenta una perdita irreparabile per la Basilicata, una tendenza preoccupante che sta privando il nostro territorio di risorse umane preziose e minando le fondamenta della nostra comunità. “È un fenomeno che non possiamo ignorare”, come ben sottolinea il Segretario della Confsal Basilicata, Gerardo de Grazia e che “richiede un’immediata azione da parte di tutti contrariamente a quanto fatto in questi ultimi anni, occorre preoccuparsi dello spopolamento, della disoccupazione, della questione giovanile e del deficit infrastrutturale, temi strettamente interconnessi.
È tempo dunque di creare le condizioni affinché i nostri giovani possano trovare opportunità di crescita e sviluppo qui, nella loro terra d’origine.”
Questo fenomeno, purtroppo, non riguarda solo la nostra Basilicata, ma coinvolge l’intero Mezzogiorno d’Italia e per questo non può che guardare favorevolmente alla proposta avanzata dalla Confsal di un “Patto per il Mezzogiorno” che non può prescindere da un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società nel suo complesso.
Bisogna investire nelle infrastrutture, nell’istruzione, nella ricerca e nell’innovazione. Allo stesso tempo, è opportuno garantire servizi pubblici di alta qualità e creare un ambiente sociale accogliente e inclusivo, in modo che i giovani lucani si sentano valorizzati e motivati a restare e a contribuire al nostro sviluppo.
Il nostro territorio ha tutte le potenzialità per realizzare iniziative imprenditoriali e di sviluppo ad alto valore tecnologico nei settori maggiormente competitivi, come energia ed automotive, ma anche in quelli più tradizionali come agricoltura e settore culturale.
In questa direzione devono muoversi tutte le iniziative di sostegno pubblico, pur consapevoli che si tratta di strategie a lungo termine e decisamente più rischiose, non possiamo più proseguire con la logica della salvaguardia dell’esistente perché è una logica dal corto respiro e dalle scarse ricadute economiche, lavorative e sociali.
La Regione non deve più subire le iniziative, ma essere motore primo di innovazione favorendo la leva degli investimenti, attraendo di nuovi, oltre che rinsaldando l’esistente.
Sarebbe utile istituire un sistema informativo che miri a valutare la domanda futura di laureati per l’economia locale quale primo passo per consentire, con ragionevole grado di certezza, maggiori opportunità occupazionali a livello locale.
Questo prevede uno strutturato rapporto tra mondo dell’istruzione e imprese, a cominciare dalla creazione e alla nascita degli ITS di cui in Basilicata si è avuta una sola esperienza, ai corsi di formazione professionalizzanti, all’università, alle attività di ricerca esplorativa.
Solo attraverso un impegno concreto e coordinato possiamo sperare di fermare l’emigrazione dei cervelli dalla Basilicata e di costruire un futuro più luminoso per tutti i lucani. Bisogna agire ed investire nelle potenzialità della nostra regione.