“I dati sulla povertà assoluta per l’anno 2023 diffusi dall’Istat sono allarmanti. La povertà è aumenta e raggiunge livelli da record storico, a conferma del fallimento delle scelte del Governo Meloni”. Lo afferma il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, che sottolinea come ad essere colpiti siano soprattutto le fasce più deboli, tra cui gli anziani. “Dal rapporto Istat – prosegue Summa – emerge come 5,7 milioni di persone e oltre 2 milioni e 234mila famiglie siano in povertà assoluta in Italia.
Un triste record che riguarda anche i minori, pari a 1,3 milioni. Ancora una volta emerge poi che si può essere poveri anche lavorando. Nell’ultimo anno è infatti peggiorata la condizione delle famiglie che hanno come unica fonte di reddito il salario di un lavoratore dipendente: l’incidenza raggiunge il 9,1%, quasi un punto percentuale in più del 2022, riguardando oltre 944 mila famiglie.
Un quadro preoccupante, confermato anche dalla Caritas lucana, che nell’ultimo report ha parlato di una crescita dell’accesso da parte degli anziani, sempre più soli e con pensioni minime, costretti a scegliere se fare la spesa o se curarsi.
Evidente – denuncia Summa – quanto siano sbagliate le politiche del Governo. Occorre intervenire ripristinando al più presto uno strumento di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito che sia universale ed è necessario investire nell’infrastrutturazione sociale per rispondere ai bisogni delle persone in condizione di difficoltà con la presa in carico attraverso servizi pubblici.
Avere cancellato il Reddito di cittadinanza senza poi prevedere delle misure di sostegno, delle politiche del lavoro e una riforma delle pensioni adeguate, facendo dell’Italia l’unico Paese in Europa a non avere più una misura di contrasto alla povertà di carattere universale e rifiutando il salario minimo, questo governo ha affossato ulteriormente le persone più svantaggiate.
I pochi dati resi noti dal Governo su Assegno di inclusione e Sostegno formazione e lavoro sono uno dei segnali evidenti di questo fallimento. Le domande accolte di Assegno di inclusione sono state 550 mila, molto al di sotto delle 737 mila attese del Governo e poco meno della metà del milione e 200 mila famiglie che un anno fa percepivano il Reddito di cittadinanza. Gli esclusi sono troppi, almeno 600 mila famiglie su cui il Governo risparmierà 4 miliardi.
Con l’autonomia differenziata – avverte Summa – si aggraverà ulteriormente la situazione nel Mezzogiorno e in Basilicata, dove l’incidenza della povertà è maggiore, e le diseguaglianze nel Paese cresceranno. Servono investimenti per mettere i servizi pubblici nelle condizioni di garantire la presa in carico dei bisogni complessi delle persone e delle famiglie disagiate e organici adeguati a partire dai servizi per l’impiego e dai servizi sociali dei Comuni. È urgente che il prossimo governo regionale avanzi una proposta di legge che integri l’attuale misura del reddito di inclusione con ulteriore risorse regionali”.