Il Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato da Total, Shell e Mitsui, le tre compagnie titolari del giacimento Tempa Rossa, ha annullato il decreto ministeriale di approvazione del cosiddetto Pitesai, il Piano per la transizione ecologica sostenibile delle aree ritenute idonee ad ospitare nuove attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, fortemente voluto dal primo governo Conte nel 2019 ma approvato soltanto nel 2022 dall’esecutivo Draghi e già andato incontro a sonore bocciature da parte dei giudici amministrativi nello scorso mese di febbraio.
Per quanto riguarda la Basilicata, lo stop agli effetti del Piano riguarda in primis la concessione Gorgoglione che si estende a cavallo tra le province e Matera nell’ambito del giacimento Tempa Rossa: un’area di circa 290 metri quadrati che comprende i territori dei comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara, Anzi, Castelmezzano, Pietrapertosa, Laurenzana, Missanello e Armento per la provincia di Potenza, Gorgoglione, Cirigliano, Stigliano, Accettura e Aliano per quella di Matera.
I giudici amministrativi hanno preso la stessa decisione anche in riferimento proposto da Shell per la concessione Val d’Agri. Il Piano, secondo i giudici, era stato stilato sulla base di una serie di fattori escludenti che avevano innescato una serie di divieti molto rigidi senza una preventiva valutazione specifica per ciascun sito.