“Occorre continuare a mobilitarsi per la sanità pubblica in Basilicata e contro questo governo di destra che sta desertificando il nostro territorio. La sanità lucana ha raggiunto un deficit enorme che sfiora i 90 milioni di euro e che porterà la sanità lucana verso il commissariamento.
Dopo anni di narrazione sulla sanità lucana da parte del governo Bardi, arriva la certificazione del suo fallimento e dello sfascio della sanità regionale”. Lo afferma il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, che sottolinea: “A pagare saranno ancora i cittadini lucani che si vedranno tagliare prestazione sanitarie con conseguenze drammatiche sul diritto a potersi curare nella propria regione. Fin dall’insediamento della giunta Bardi abbiamo espresso la necessità di investire nella sanità lucana a partire da una nuova governace e soprattutto di dare corso a una seria programmazione che prevedesse una maggiore qualificazione delle strutture ospedaliere e territoriali.
Invece, a partire dal piano delle liste d’attesa, che di fatto nega ogni possibilità di cura e di prevenzione, questo governo di centrodestra ha smantellato un pezzo alla volta la nostra sanità fino a demolirla.
Tant’è che l’indagine condotta dallo Spi l’anno scorso sul diritto ad essere curati – ricorda il dirigente sindacale – ha certificato che due terzi dei lucani per potersi curare sono costretti ad andare fuori regione con un costo medio a proprio carico di circa 2 mila euro annui. Altro che bonus gas. E la responsabilità di questo sfascio risiede tutta nella gestione del presidente Bardi e dell’assessore al ramo Fanelli, che hanno pensato alla sanità solo in chiave elettoralistica, mettendo alla guida del dipartimento e delle aziende sanitarie direttori esterni che hanno contribuito a determinare questo sfascio.
Già il bilancio 2022 si è chiuso con un buco da 50 milioni di euro, la cui copertura è stata fatta utilizzando improvvisamente le risorse dei fondi europei. Questione gravissima a mio parere, che merita l’attenzione della Corte dei Conti”.
Per Summa “sciatteria amministrava e programmatica hanno prodotto danni enormi al nostro sistema socio sanitario. È evidente – aggiunge – che tale condizione è stata determinata principalmente dalla mancata offerta sanitaria regionale e soprattutto dall’abnorme mobilità passiva che ha raggiunto ormai un livello di allarme rosso raggiungendo i 130 milioni di euro.
E l’aspetto più grave è la scarsa trasparenza dei dati che continuano a non essere pubblicati a partire dal bilancio consolidato 2022 di cui non c’è traccia sul sito del ministero. Ormai siamo diventati la cenerentola italiana ai tavoli nazionali, altro che buon governo. Ci vuole una grande faccia tosta a negare l’evidenza della realtà. Su questo – conclude Summa – come Cgil continueremo a mobilitarci affinché la sanità pubblica e il nostro sistema sanitario sia oggetto di un grande investimento e soprattutto di un confronto vero sulle scelte per ridare ai lucani il diritto a potersi curare nella propria regione”.