Nasce Basilicatë, un progetto sulla cultura lucana nel mondo, presentato questa mattina in una conferenza stampa, che documenta l’integrazione della cultura lucana nei paesi che hanno accolto gli emigrati lucani oltreoceano, con un focus su Uruguay, Argentina e Stati Uniti.
Basilicatë è realizzato dalla Federazione dei circoli e delle associazioni dei lucani in Piemonte, promosso e finanziato dalla Regione Basilicata con il Fondo per lo Sviluppo e coesione, con il coordinamento scientifico del Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice e l’ausilio di realtà lucane d’eccellenza sul piano della ricerca, delle relazioni internazionali e della comunicazione.
Una mostra itinerante toccherà da agosto a novembre New York, Buenos Aires, Montevideo e Torino e sarà il modo per aprire i documenti prodotti al più ampio pubblico possibile prima che vengano acquisiti dal Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice, dove costituirà parte del percorso del Museo dell’Emigrazione Lucana di Lagopesole. E proprio a Lagopesole l’11 e 12 aprile si terrà un incontro internazionale con tutti i rappresentanti delle comunità e i direttori dei musei coinvolti.
Alla conferenza è intervenuto il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala. “Un popolo che non conosce la propria storia – ha detto – è un popolo che non ha futuro. Perciò abbiamo accolto con grande entusiasmo questa iniziativa, collegandola alla rete internazionale di comunità lucane nel mondo, molte delle quali sono particolarmente attive nella diffusione della cultura e dei valori della Basilicata. Parliamo di oltre 140 associazioni di lucani diffuse nei cinque continenti – ha ricordato Cicala – che esprimono e che conservano valori ben ancorati”.
“La lucanità è un valore – ha rimarcato il capo di gabinetto del presidente della Giunta Michele Busciolano, attuale dirigente dell’Ufficio sistemi culturale – che questo progetto riesce ad esaltare. I lucani, dovunque sono andati, sono riusciti a distinguersi per l’impegno e la tenacia, proprio per quei valori che sono parte integrante della nostra cultura”.